L’articolo 37 del Decreto Semplificazioni stabilisce la data di scadenza del periodo utile per la presentazione, da parte di professionisti, imprese e società, di un Domicilio Digitale. Chi non provveda a fornirne uno valido o ne abbia già fornito uno che ora risulta inattivo incorrerà in pesanti sanzioni.
Cosa stabilisce la legge
Dato che l’obbligo per aziende e professionisti, già stabilito nel 2008 e nel 2012, di fornire ad uso della Pubblica Amministrazione un domicilio digitale (anteriormente PEC o Posta Elettronica Certificata) è stato ampiamente disatteso, nel nuovo Decreto Semplificazioni è stato stabilito come limite di tempo per l’adempimento di tale obbligo il 1º ottobre 2020 ed è stato introdotto un inasprimento delle sanzioni già previste per gli inadempienti.
Ammontare delle multe
Le società che entro la scadenza non avranno fornito un domicilio digitale valido vedranno raddoppiata la sanzione originariamente prevista (da 103 a 1032 euro, che ora passa ad un ammontare da 206 a 2064 euro). Si vedranno inoltre assegnare d’ufficio un nuovo e diverso domicilio digitale.
Per le ditte individuali è prevista una triplicazione delle sanzioni (originariamente da 10 a 516 euro, ora da 30 a 1548 euro). Anche in questo caso verrà assegnato d’ufficio un nuovo e diverso domicilio digitale.
Per quanto riguarda i professionisti, invece, il decreto stabilisce che dovranno ricevere da parte del proprio collegio o ordine di appartenenza una diffida ad adempiere e, se questa non venisse ottemperata, la sanzione prevista consisterebbe nella sospensione dall’albo di appartenenza fino all’avvenuta comunicazione del domicilio digitale.
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Che cos’è il domicilio digitale
Il Domicilio Digitale è un recapito di Posta Elettronica Certificata (PEC) o equivalente servizio di recapito certificato, che va obbligatoriamente dichiarato alla Pubblica Amministrazione affinché questa possa utilizzarlo per qualunque comunicazione ufficiale, in sostituzione della posta raccomandata cartacea.
Una volta comunicato, tutte le Pubbliche Amministrazioni soggette al Codice dell’Amministrazione Digitale saranno obbligate ad utilizzarlo per comunicare con il soggetto. L’utilizzo della PEC o servizio di recapito certificato permette alla PA di inviare comunicazioni e notifiche con valore legale senza dover più ricorrere all’utilizzo della posta cartacea, utilizzando esclusivamente la modalità telematica ma con identico valore legale.
Cosa serve per ottenere un Domicilio Digitale
Quel che serve per poter ottenere un Domicilio Digitale è, in realtà, facile da conseguire. Serve un indirizzo PEC (che si può richiedere a gestori autorizzati a prezzo modico) e un dispositivo di firma digitale (che si può richiedere a specifici enti certificatori autorizzati).
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Registrazione del Domicilio Digitale
La comunicazione del proprio Domicilio Digitale va effettuata per via telematica al Registro delle Imprese, autonomamente o con l’aiuto di una agenzia specializzata.
Le imprese che abbiano già fornito il proprio indirizzo PEC sono invitate a verificarne il corretto funzionamento. Nel caso di indirizzi di Posta Elettronica Certificata non più validi in quanto scaduti si potrà incorrere in sanzioni.
In tale evenienza, il Conservatore dell’ufficio del Registro delle imprese dovrà comunicare all’impresa la necessità di aggiornare il dato in un tempo massimo di trenta giorni, scaduti i quali, in caso di inadempimento, scatteranno le sanzioni, oltre che l’assegnazione d’ufficio di un nuovo e diverso Domicilio Digitale.
In sintesi, per evitare di incorrere in severe sanzioni, è necessario che entro il 1º ottobre si verifichi il proprio stato di adempimento dell’obbligo di presentazione di un indirizzo di posta elettronica certificata al Registro delle Imprese e, se ci fossero inadempienze o irregolarità, si provveda ad aggiornare i dati già forniti in precedenza o a munirsi di un indirizzo PEC e a registrarlo online per mezzo della procedura semplificata.