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Resto al Sud

Resto al Sud: fino a 200 mila euro per promuovere l’imprenditoria giovanile del sud Italia

Sembra un vero e proprio slogan, il motto di tanti giovani che non vogliono abbandonare la propria terra per cercare un futuro migliore, Resto al Sud è il nome del decreto approvato il 9 giugno 2017 a sostegno degli imprenditori del mezzogiorno under 35, residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Il decreto prevede un’erogazione di massimo 200 mila euro ad azienda, il 35% a fondo perduto ed il restante 65% come prestito a tasso zero da restituire in 8 anni.

Se un’istanza fosse presentata da più soggetti costituiti o che intendono costituirsi come società, l’importo massimo del finanziamento erogabile è pari a 40 mila euro per ciascun socio, con un tetto massimo di 200 mila euro a progetto.

Come presentare la domanda:

La domanda può essere presentata online compilando la relativa modulistica, per adesso però, si è ancora in attesa dello start.

Possono richiedere l’incentivo:
  • Tutti i giovani dai 18 ai 35 anni residenti nelle regioni del sud Italia indicate nel decreto di riferimento o che siano disposti a trasferirsi entro 60 giorni dall’eventuale approvazione del finanziamento;
  • Nel caso delle società, queste possono comprendere anche soci che non rispettino il limite anagrafico, l’importante che quest’ultimi non siano in numero superiore ad un terzo dei membri della compagine societaria e non abbiano rapporti di parentela con gli altri soci;
  • Soggetti che negli ultimi 3 anni non abbiano beneficiato di altre misure a sostegno dell’autoimprenditorialità;
  • Giovani che a seguito di bando pubblico, riceveranno in concessione terreni agricoli incolti o abbandonati.
Quali sono i settori ammissibili:

Per poter richiedere l’incentivo, le imprese dovranno far riferimento ai seguenti settori:

  • Fornitura di servizi;
  • Agricoltura;
  • Artigianato;
  • Industria.

Sono escluse quindi, le attività del commercio e libero professionali.

ZES: Zone Economiche Speciali

Il decreto Resto al Sud prevede anche l’istituzione di zone economiche speciali, con l’obiettivo di renderle più competitive e di sperimentare nuove procedure amministrative. Nello specifico si fa riferimento alle aree portuali e quelle economicamente connesse ad esse.

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